24 Novembre 2024

FATTURA ELETTRONICA, SCATTA L´OBBLIGO PER TUTTA LA PA

Parte la fase due del processo: da oggi la fattura digitale coinvolge oltre 12mila enti locali, insieme a scuole, Università, Camere di commercio che si uniscono alle amministrazioni centrali già attive dallo scorso giugno. Il totale dei pagamenti annui trattati raggiungerà i 135 miliardi di euro, 2 milioni di imprese coinvolte. E già si guarda ai pagamenti digitali di fine anno.


MILANO - Il conto alla rovescia è terminato: la fatturazione elettronica diventa un obbligo per tutta la Pubblica amministrazione e compie la rivoluzione nei confronti dei fornitori della macchina pubblica. Dopo le operazioni iniziate il 6 giugno del 2014, con la Pa centrale che ha coinvolto 9.050 enti, da questa mattina saranno coinvolti altri 12.250 enti locali fra Regioni, Province, Comuni, ma non solo. Stando ai dati dell´Osservatorio fatturazione elettronica del Politecnico di Milano, infatti, a queste amministrazioni si aggiungono scuole, atenei, industria, artigianato, Camere di commercio, per un totale complessivo, tra le due tornate, di 21.500 enti pubblici coinvolti e 46.076 uffici.

Secondo i dati forniti dall´Agenzia delle Entrate, in nove mesi di prima fase della fatturazione elettronica sono stati trattati oltre 2,7 milioni di documenti. Ma si stima che a regime, saranno circa 50 milioni le fatture scambiate tra la Pubblica Amministrazione e i suoi circa 100 mila fornitori abituali, a cui aggiungono 1,8 milioni di fornitori occasionali, per un valore complessivo dell´acquistato pari a 135 miliardi di euro ogni anno. Gli addetti ai lavori si aspettano benefici a due facce. Dal versante del pubblico, si stima un risparmio in circa 1,5 miliardi di euro l´anno in questo processo. Ma anche dalla parte delle aziende, dopo i processi di adeguamento necessari, ci sono possibili risparmi: circa 17 euro per ogni fattura ricevuta, stima il Polimi, suddivisi in 14 euro grazie alla riduzione dei costi di manodopera, visti i minori tempi di gestione tra protocollazione, recupero documenti, riconciliazione, approvazione e registrazione, e altri 3 euro grazie all´eliminazione dei costi di gestione e archiviazione.

Un altro dei risvolti possibilmente positivi riguarda l´interruzione del circolo vizioso che ha portato alla creazione di quella montagna di debiti arretrati, che solo negli ultimi tempi si è iniziato a smaltire. Con la digitalizzazione delle fatture, infatti, non ci saranno più dubbi riguardo alle forniture realmente erogate nei confronti della Pa. Per di più, il sistema dovrebbe consentire una più immediata certificazione dei crediti verso la Pa, che avviene su un portale del Mef. A questo punto, resta il tema dei tempi di pagamento: la direttiva europea prevede che i pagamenti vengano evasi in 30 giorni e l´Italia è ampiamenti fuori dai termini. L´auspicio di chi ha a che fare con gli uffici pubblici è che - se non altro - la rapida trasmissione delle fatture e la certificazione dei crediti relativi permetta di accorciare questo iter. Anche questo sarebbe una trasmissione di liquidità e respiro all´economia, necessaria per lasciarsi alle spalle la crisi economica.

Gli operatori del settore, intanto, si sono attrezzati per fornire i servizi del caso. Sia, la società che gestisce i pagamenti elettronici, ha lanciato una propria piattaforma e già guarda avanti: un´altra rilevante scadenza normativa attende tutte le Pubbliche Amministrazioni, che entro il 31 dicembre 2015 dovranno consentire ai cittadini di effettuare pagamenti elettronici. Sarà quello il prossimo passo nella digitalizzazione dei flussi di denaro.


Fonte: Raffaele Ricciardi

realizzazione siti web: www.it-civitas.net
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